Bonus Ristrutturazione: gli eredi possono usufruire delle rate residue?

Le rate dei bonus ristrutturazione spettano agli eredi di un contribuente che ne ha solo parzialmente usufruito? In che modo?
Bonus Ristrutturazione: gli eredi possono usufruire delle rate residue?

I bonus per la ristrutturazione rappresentano un’ottima opportunità per chi vuole ristrutturare casa. I bonus permettono, infatti, di usufruire di detrazioni IRPEF fino a 10 anni successivi all’intervento. Ma se l’immobile ristrutturato passa agli eredi cosa ne è delle rate residue? Dall’Agenzia delle Entrate arrivano precise indicazioni sulle regole per trasferire la detrazione per gli interventi edilizi agli eredi.

 

Come funzionano i bonus fiscali per la ristrutturazione

Le detrazioni fiscali per i lavori di ristrutturazione sono agevolazioni che nascono per incentivare il recupero del patrimonio edilizio italiano, promuovendone anche la riqualificazione energetica. Si accede alle detrazioni fiscali eseguendo lavori di ristrutturazione edilizia, di manutenzione straordinaria, di restauro e di risanamento conservativo. Una delle detrazioni fiscali più richieste è il Bonus Ristrutturazione Detrazioni Fiscali 50%. Questa permette di portare in detrazione il 50% delle spese sostenute per la ristrutturazione, su un tetto massimo di 96.000 euro per ogni unità immobiliare ristrutturata. L’importo verrà detratto dall’IRPEF del contribuente in 10 quote annuali dello stesso importo. Questo significa che la detrazione verrà applicata nei dieci anni successivi alla ristrutturazione.

 

Ereditare la detrazione fiscale

Nell’eventualità del decesso di un contribuente, titolare effettivo delle detrazioni d’imposta, come comportarsi? Se il contribuente non aveva presentato la dichiarazione dei redditi prima del decesso, spetterà agli eredi presentarla. La presentazione avverrà sempre attraverso un modello Redditi Persone Fisiche o un modello 730. Oltre a quella del defunto, eventualmente, gli eredi dovranno presentare anche la loro dichiarazione dei redditi, come da prassi ordinaria.

 

Le rate residue dei bonus come patrimonio, quali le condizioni

Dopo il decesso, il patrimonio del de cuius viene suddiviso tra gli eredi legittimi. Se il contribuente godeva di oneri di ristrutturazione, questo credito fa parte del suo patrimonio e anche questo è da dividersi tra eredi. Dovranno però essere presi in considerazioni diversi fattori:

  • Nel caso l’immobile sia a disposizione e sia destinato a più eredi, le detrazioni spetteranno agli eredi in parti uguali.
  • Se ci sono più eredi, ma solo uno abita l’immobile, la detrazione spetterà per intero a chi abita l’immobile. Gli altri eredi ne sono quindi esclusi. Ad esempio, se l’immobile è abitato dal coniuge superstite, si trasferisce al coniuge la quota di detrazione relativa all’anno del decesso, anche se questo dovesse avvenire nello stesso anno in cui è stata sostenuta la spesa. La detrazione spetta unicamente all’erede che può disporre immediatamente e liberamente dell’immobile ereditato, indipendentemente dal fatto che questo sia adibito ad abitazione principale, o meno.
  • Nel caso un soggetto rinunci all’eredità del de cuius, mantenendo però il diritto all’abitazione, questo perderà anche la possibilità di detrazione delle spese residue (considerate parte dell’eredità).
  • Se, vendendo l’immobile il deceduto avesse deciso di mantenere in capo a sé la detrazione relativa agli interventi sull’immobile, non sarà possibile per gli eredi ereditare la detrazione delle rate residue, non avendo più la disponibilità del bene.

La disponibilità del bene è un requisito necessario per determinare la spettanza della detrazione agli eredi. Senza di questa si perde definitivamente la possibilità di usufruire della detrazione residua.

 

I documenti da conservare per ottenere le detrazioni fiscali

È importante ricordare che per portare in detrazione i lavori di ristrutturazione occorre sempre conservare i documenti che attestano nel dettaglio le spese sostenute. Anche gli eredi dovranno conservare:

  1. Le fatture o i documenti emessi dai fornitori di beni e servizi, che contengono i dati dell’impresa incaricata dei lavori di ristrutturazione (nome, indirizzo e partita IVA), la descrizione dettagliata dei lavori effettuati, l’importo totale della spesa sostenuta e i dati dell’immobile sul quale sono stati effettuati i lavori.
  2. Le ricevute dei bonifici bancari o postali relativi al pagamento delle fatture
  3. Le autorizzazioni amministrative o gli eventuali permessi di costruzione
  4. Gli attestati di qualificazione professionale delle imprese e degli artigiani incaricati di eseguire i lavori.

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